domenica 16 ottobre 2011

Nutriti sano....rispettami

Non so se siete mai stati in uno di quei capannoni credendo di sapere ciò che vi aspetta. All'improvviso, ti ritrovi in un ambiente buio, assordato dal grido di migliaia di galline. Man mano che la pupilla si adatta alla nuova luce, inizi a vedere uno spettacolo atroce. Pensavi che la gente non poteva essere tanto criminale. Almeno fino a quel punto.


Ti ritrovi di fronte a corridoi lunghi decine di metri le cui pareti sono, tante, anzi troppe. Gabbie attaccate l'una all'altra, così per diversi piani.


Da quelle gabbie, illuminate da lampade fioche che pendono dall'alto, escono decine di migliaia di teste perse in un macabro ritmico continuo e folle becchio. Decine di miglia.


Una cittadina in pratica.
ogni gabbia misura circa 50 per 70 cm in cui le galline sono costrette a vivere in sei.


Le vedi mentre si accalcano una sopra l'altra per raggiungere il mangime, ipnotizzate dalle luci che le costringono a cercare disperatamente, come se fosse una droga di cui non possono fare a meno, il becchime nelle mangiatoie di fronte alle celle. Il fronte della gabbia è troppo stretto perchè c'entrino tutte e sei. Quindi si ammassano l'una sull'altra, istericamente, producendo quel terribile suono di grida e battiti d'ali che ti dà l'idea della loro disperazione.


Allora, almeno per chi PENSA, vengono in mente strani pensieri e dubbi. Inizi a chiederti cosa pensano quei poveri animali, Costretti sin dalla nascita a quella vita; chissà se si rendono conto che l'esistenza disegnata per loro dalla natura non era quella di soffrire imprigionate in sei dentro una gabbia di 50 per 70 cm fino alla morte. Praticamente non conoscono e non conosceranno MAI per cosa sono state progettate da mamma natura (e la similitudine tra le galline e l'uomo moderno è TREMENDAMENTE VICINA)


Tutta la vita costrette a mangiare perchè ipnotizzate da una luce e il resto del tempo immerse nel buio ammassate l'una sopra l'altra. Le zampe martoriate dal continuo contatto con le lamiere della gabbia, il collo martoriato dalle beccate delle altre compagne di cella. Sempre nell'attesa che le luci si riaccendano per ricominciare a mangiare. Fare l'uovo. Poi di nuovo buio, sempre immobili.


Questa la vita delle galline per un anno e qualche mese. Dopo la loro produttività cala e quindi vengono avviate verso il macello.


Questa riflessione puo' avere un duplice scopo:
La condanna a certi capannoni o la triste riflessione che sostituendo alcune parole con altre, puoi ritrovare la medesima condizione nell'essere umano.


Sostituendo POLLO con UOMO, LUCE al neon con BOMBARDAMENTO mediatico, GABBIA di ferro con PAURA dei giudizi e pregiudizi, MANGIME con DENARO, ti accorgi di quanto simile possa essere la vita dell'UOMO oggi.


L'uomo, alla stregua del pollo, fa parte di un sistema antiumano, che vede quest'ultimo inconsapevole, vivere nelle gabbie mentali che si è creato, gabbie non di ferro ma dovute alla PAURA del giudizio di altri di voler uscire dal sistema. Il mangime, ossia il denaro dato al povero uomo, che si accalca e si azzuffa con propri simili per ingrassare senza alcun motivo, gli fa credere che la vita sia tutta qua. Importante è "beccare", ingrassare ed attendere la nuova luce al neon che lo porta a mangiare e beccare ancora.
Come quei polli, molti uomini non sapranno mai cosa è la vera vita, perchè nati e morti nelle loro gabbie.
Quei poveri polli, abbagliati dal neon della pubblicità non fanno altro che alimentare il sistema, sacrificando la loro libertà con la loro "felicità" effimera.
Quei polli sono resi contenti dal mangime, dato loro solo per ottenere da essi altro...
Quei polli che ipnotizzati dal neon, non si chiedono cosa c'e oltre la gabbia, ma si limitano a "beccare" il mangime ed azzuffarsi per arrivare alla mangiatoia.


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Mi chiamo Mary e sono vegetariana, amo la vita e gli animali e tutto ciò che di bello il nostro mondo può offrirci. Le poesie che leggerai sono scritte da me e se desideri pubblicarle sul tuo sito o blog ti pregherei di postare il link del mio blog. Grazie ^_^

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Il piccolo "Leo"

Aforismi Pablo Neruda

 

Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno, di niente,
perché in fondo
Tu hai fatto quello che volevi nella vita.

Accetta la difficoltà di costruire te stesso
ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo
proviene delle ceneri del suo errore.

Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte,
affrontala con valore e accettala.
In un modo o in un altro
è il risultato delle tue azioni e la prova
che Tu sempre devi vincere.

Non amareggiarti del tuo fallimento
né attribuirlo agli altri.

Accettati adesso
o continuerai a giustificarti come un bimbo.
Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare
e che nessuno è così terribile per cedere.

Non dimenticare
che la causa del tuo presente è il tuo passato,
come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.

Apprendi dagli audaci,
dai forti
da chi non accetta compromessi,
da chi vivrà malgrado tutto
pensa meno ai tuoi problemi
e più al tuo lavoro.

I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
Impara a nascere dal dolore
e ad essere più grande, che è
il più grande degli ostacoli.

Guarda te stesso allo specchio
e sarai libero e forte
e finirai di essere una marionetta delle circostanze,
perché tu stesso sei il tuo destino.

Alzati e guarda il sole nelle mattine
e respira la luce dell'alba.
Tu sei la parte della forza della tua vita.
Adesso svegliati, combatti, cammina,
deciditi e trionferai nella vita;
Non pensare mai al destino,
perché il destino
è il pretesto dei falliti.

Pablo Neruda